Il quadro delineato dai dati dell’Ispra, che ha aggiornato la mappa sul “Dissesto idrogeologico in Italia” è davvero allarmante, infatti aumentano le superfici con alto pericolo di frane.
Il nostro Paese, a causa della sua conformazione geologica, geomorfologica e idrografica, è purtroppo già predisposta a fenomeni di dissesto. Ad aggravare la situazione incidono inoltre in grande misura: l’intensa e incontrollata urbanizzazione del territorio anche in aree a rischio e la deforestazione e l’abbandono delle zone di montagna che hanno determinato la nascita di nuove aree vulnerabili.
Oltre 3 milioni di famiglie risiedono in aree ad alta vulnerabilità, questo è quanto indicato dal rapporto ISPRA sulla condizione del terrirorio nostrano. Secondo la mappa aggiornata nella seconda edizione del Rapporto “Dissesto idrogeologico in Italia”, la superficie potenzialmente soggetta a frane è aumentata del +2,9% rispetto al biennio precedente. Inoltre, il miglioramento del quadro conoscitivo effettuato dalle Autorità di Bacino Distrettuali con studi di maggior dettaglio e mappatura di nuovi fenomeni franosi o di eventi alluvionali recenti, evidenzia un aumento anche della superficie potenzialmente allagabile (+4%).
Il 16,6% del territorio nazionale è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni (50 mila km2) e circa il 4% degli edifici in Italia si trovano in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più del 9% in zone alluvionabili.
L’Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento hanno percentuali di comuni a rischio tra il 90% e il 100%.